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Bellezza d'Oriente, cenni storici di Make up.



Il make up orientale, rituali che si tramandano. Fin dall'Antico Egitto, il Khol ha ornato gli occhi di uomini e donne, vecchio di più di 5000 anni, il Khol è uno dei cosmetici più antichi. Uomini e donne si coprivano ciglia e sopracciglia, con un impasto verde a base di malachite e grasso animale. Cleopatra adorava disegnare linee scure attorno ai suoi occhi in modo da intensificare lo sguardo rendendolo magnetico, il suo Khol formato dalla polvere di galena, che veniva estratta dal mar rosso. Più tardi la formula fu migliorata dagli Arabi, il Khol oltre ad abbellire gli occhi, aveva funzioni terapeutiche, veniva usato per proteggere gli occhi dal sole abbagliante, e dalla polvere del deserto durante gli spostamenti, aveva diverse colorazioni che variavano dal grigio al blu scuro, al marron nero. La mitica linea nera non la usavano solo le donne, ma veniva fatta anche ai bambini come protezione, si crede a che allontanasse il malocchio e lo sguardo d'invidia altrui.

 

Il Khol ancora in voga.


Ancora oggi nei mercati del Maghreb potete acquistare il Khol, che si trova in barattoli intarsiati o boccette colorate, vendute con particolari vassoi in argento martellato a mano, cofanetti preziosi contengono le tinte per preparare la sposa prima del matrimonio, colorandole le mani e i piedi con l'henne e gli occhi con il Khol. Si dice che in passato le donne del Nord Africa, applicassero uno strato di Khol, sugli occhi prima di andare a dormire, e che al mattino gli occhi brillavano, contrastando con il nero scuro delle ciglia. Vi lascio delle slide con ricette con la quale preparavano i belletti anticamente,non dovete replicarle, oggi abbiamo la possibilità di avere prodotti seri e testati senza dover fare intrugli da applicare sulla nostra pelle, sono meramente informative sull'usanza di preparare miscele e polveri da usare come make up. Vi danno l'idea di quanto la bellezza è la sua cura, era un rituale quasi mistico che continua a tramandarsi da madre a figlia.

 

Questa è una ricetta antica ritrovata nella città di Bida in Algeria, gli ingredienti venivano polverizzati, formando una polvere profumata e pastosa, che con l'uso di un bastoncino imbevuto nell'acqua di rose o fiori d'arancio, veniva usata per delineate lo sguardo, tracciando una linea decisa e vicina all'attaccatura delle ciglia.

 

Harkus e i chiodi di garofano.

Il chiodo di garofano è il germoglio essiccato del fiore Eugenia Cariophyllata, un albero originario delle isole Molucchr in Indonesia.

Arrivato sino a noi a traverso la via delle spezie, la popolazione del Medio Oriente e del Maghreb, l''hanno sempre utilizzato per la sua azione curativa, venivano preparati impacchi per curare piccole ferite e irritazioni, per curare le imperfezioni e l' acne, o semplicemente per profumare i capelli, gli abiti o da tenere in Sacchetti profumati contenenti chiodi di garofano, petali di fiori e oli di patchouli o altre profumazioni. Ma probabilmente l'uso più originale, era quello dell'utilizzo dei chiodi di garofano, per preparare l'harkus, un prodotto naturale che abbelliace e fortifica le ciglia, un inchiostro denso ottenuto dalle galle d'inchiostro e polvere di chiodi di garofano essiccato, resina d'invenso e ossido di ferro.

Viene cotto per molte ore in un contenitore di terracotta, finché il pigmento non si sia totalmente amalgamato con la resina.

L'uso del l'harkus nella decorazione del coro, ha origini millenarie riconducibili ai cartaginesi, che lo hanno esportato in tutto il mediterraneo, solitamente i disegni sono simboli punici della fertilità della dea Tanit(triangolo, croce e pesce).

Solitamente queste decorazioni vengono fatte per particolari eventi quali matrimoni, delle donne anziane e conosciute sono preposte a decorare la sposa(mani e piedi) , con l'harkus o l'henne, come amuleti propiziatori contro la malasorte.



 

Il trucco vegetale.

Già nel Medio Evo, la letteratura araba scriveva di un belletti che rendeva le labbra delle donne, il colore delle pietre preziose, come il rubino, la corniola e il corallo.

Uno dei primi Rossetti si deve ai Berberi dell 'Atlas, chiamato Aker, le donne lo stendeva o su gote e labbra, prodotto dai pigmenti di origini vegetali, come la buccia di melograno o animali come la polvere ottenuta dalla cocciniglia.

O veniva preparato con Petali di papavero e buccia di semi di rosa canina, o di estraevano dal fiore di Cartamo.

Si ricavavano dalle radici dell'alcanna Spuria (al - hinna), un colore rosso scuro chiamato anche rosso di Fez, come la città marocchina, la polvere mescolata ad oli, davano tonalità che viravano dal rosa al rosso vermiglio, il colore dell'Aker, che portava fortuna e felicità.









Conclusioni.

Questo articolo sui belletti orientali, finisce qui, certo ci saranno anche altri preparati che io non ho trovato, parleremo poi dell'Henne, magari in una sezione a parte visto il largo uso di questo preparato.

Spero che vi sia piaciuto e vi auguro una Buona giornata.

@le_petit_coin_bio


Il

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